L'Artista
Michelle Wilson vive e lavora nel golfo di San Francisco ed utilizza la carta come medium della sua arte.
Quest’arte è figlia della sua storia personale e del suo attivismo contemplativo.
Le sue opere si presentano sotto forma di carte, installazioni, sculture, stampe, libri d'artista, collage ma azioni pedagogiche, tutti basati sulla carta che produce lei stessa a mano.
Queste carte nascono da piante che coltiva, o piante invasive che raccoglie. Il suo studio dove lavora diventa un mezzo per compensare lo spazio e sviluppare un’ecologia domestica e artistica.
La carta è tradizionalmente considerata come supporto di opere d'arte; ma nella sua opera la natura delle fibre di carta, il contenuto e al di là della storia, l'ubicazione e le forme di realizzazione ed infine la specificità del lavoro, hanno un significato.
Le piante che raccoglie fanno parte della migrazione dei semi, le condizioni meteorologiche, le condizioni del suolo, i cambiamenti climatici e altre implicazioni tra l'uomo e la natura.
Le sue opere di carta sono lenti d’ingrandimento per meglio scoprire il mondo, e sono utilizzate per dare un impulso alla storia raccontata. Nelle sue opere la relatività delle cose è in azione, la posizione e il paesaggio giocano un ruolo.
Le sue opere non sono un decoro; sono personaggi, catalizzatori o traghettatori per facilitare l'introspezione.
La cosa rappresentata e una forma di un suo paesaggio interiore, una manifestazione del suo ambiente cognitivo. Gran parte del suo lavoro è un crocevia della psicologia umana, delle azioni politiche e sociali, dei sistemi ecologici, e del concetto di giustizia sociale e ambientale, che sono spesso in risonanza.
Molte delle sue opere sono metafore all'incrocio tra idee, tra la politica e l'ambiente, il colonialismo e la storia naturale, i giochi di parole, la migrazione, la vegetazione, e la perdita di diversità.
Questi concetti sono accompagnati da una sensazione di ansia "solastalgie" o disagio mentale causato da cambiamenti ambientali. Attraverso le sue forme di rappresentazioni, chiede al pubblico di confrontarle alla loro esperienza di fronte alle interrogazioni suggerite dalle opere.
Lei lavora in un mondo che cambia, nella complessità dei sensi, nei sentimenti, e le loro conseguenze.
Testo di Michelle Wilson tradotto dal sito PAG
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